BARCHE: La fabbrica delle idee / Italia 2017
Intervista a Valerio Rivellini per la rubrica La fabbrica delle idee. BARCHE (Febbraio 2017)
Come descriverebbe il suo lavoro?
Un processo naturale. Sono legato al mare fin da bambino, ho deciso di trasformare la mia passione in una professione e tutto è accaduto in modo spontaneo e senza forzature. Allo stesso tempo però mi piacciono le sfide per cui mi pongo obiettivi sempre nuovi e diversi. È quello il motore della mia creatività.
Da cosa è ispirato?
Quando immagino un’imbarcazione penso prima di tutto al mio modo di vivere in mare. Che sia in solitudine o in compagnia. Nei miei progetti cerco sempre di realizzare soluzioni di design che siano prima di tutto funzionali e possano permettere
di godere totalmente il piacere di stare a bordo.
Il suo lavoro è influenzato da qualche particolare movimento o persona?
La mia ispirazione attinge da svariati campi, anche piuttosto “laterali” rispetto alla nautica: gli aerei da caccia, le macchine sportive e gran turismo, l’industrial e l’home-design sono tutte cose che mi appassionano e che mi influenzano più o meno consciamente.
Ci sono dei progetti a cui vorrebbe lavorare ma che non le sono stati ancora proposti?
Vorrei che il mio primo concept di barca a vela diventasse realtà. Conosco bene questo mondo perché è quello in cui è cresciuta la mia passione per la nautica, ma tutti i miei progetti si sono sempre concentrati su barche a motore e su gommoni.
Dove pensa che sia indirizzato il design nautico?
Il mondo dello yacht design non segue le logiche standard per cui è davvero difficile identificare mode e stili che dettino canoni assoluti: oggi, in una fase in cui prue dritte e linee minimaliste sono di grande tendenza, trovano spazio e grande considerazione anche yacht in stile retrò. Non credo che si possa prevedere una direzione unica per il design nautico quanto piuttosto una pluralità di percorsi che si intrecciano e si contaminano tra loro.
Quale è il suo progetto dei sogni?
Riuscire a realizzare in modo completamente autonomo la mia barca a vela. E, ovviamente, usarla per fare il giro del Mondo.
A cosa assomiglia il suo luogo di lavoro?
Rispecchia molto la mia personalità e i miei progetti. Da ogni finestra del mio ufficio si vede il mare, la cosa che mi ispira maggiormente, mentre all’interno tutto è molto chiaro, minimale e curato nel dettaglio, cosa che mi aiuta molto nella concentrazione.
Come immagina il futuro del design in generale?
La consapevolezza nei confronti di questo mondo è aumentata molto negli ultimi decenni. Il design è sempre più riconosciuto e apprezzato. Credo che questo ci stia conducendo verso prodotti sempre più custom oriented, legati al gusto e alle esigenze di un consumatore cosciente dei propri desideri.