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Barche / Italia 2018

Ci vuole qualche minuto per adattarsi, per capire. Tutto si muove e si trasforma: le murate si aprono e diventano terrazze; la plancia di poppa si allunga in passerella o in trampolino; il teak del pozzetto si muove e dà vita a dei lettini prendisole o a un tavolo da pranzo. L’Evo 43 WA di EVO è una barca che stupisce, una barca trasformista. Tutto è a portata di “dito”, è piena di pulsanti che fanno muovere qualcosa. Tutto molto complicato, da un punto di vista ingegneristico, tutto molto semplice, in termini di funzionalità.
L’Evo 43 nella sua versione originale aveva già fatto girare la testa un po’a tutti quando apparve sul mercato al salone di Genova del 2015. Aveva stupito perché tutta questa complessità funziona veramente, non sono solo effetti speciali, e poi perché è montata su una barca dal design raffinato ed essenziale.
Meno di due anni dopo il cantiere napoletano evolve il suo progetto con questa versione Walk Around. Ben salda la filosofia di base di “transformer boat” cambia parte della coperta che, come è facile immaginare dal nome, abbandona le classiche forme da motoscafo e il ponte chiuso a prua, che viene sostituto da una struttura centrale completamente aggirabile. Se pozzetto e plancia non mutano, arrivano invece due larghi passavanti laterali, un’utile zona lavoro vicino all’ancora a prua e un nuovo T-Top in carbonio che copre la zona della timoneria e che ha un’intelligente estensione rigida, sempre in carbonio, che si allunga anche sopra al pozzetto. Questa grande isola centrale comprende anche il prendisole di prua, sulla tughettina sotto alla quale si trova la cabina principale. Ci è piaciuta la scelta del progettista, Valerio Rivellini, di non farsi ingolosire troppo dalla ricerca di altri centimetri in altezza sottocoperta lasciando il “tetto” sotto il livello delle murate laterali, con il risultato che il profilo della barca non si appesantisce e rimane fedele all’originale.

Al “piano di sotto” gli spazi non mancano. Cambia poco rispetto al primo Evo 43, se non che non c’è separazione per la cabina di poppa.
I minori volumi a disposizione a prua, occupati dai passavanti, sono molto laterali e non influiscono sulla reale vivibilità della barca. All’opposto gli oblò che affacciano proprio sui camminamenti garantiscono parecchia luminosità nella cabina, trasformabile in zona pranzo. Comparando questa versione all’originale possiamo dire che L’Evo 43 è più puro nelle linee, ma anche meno funzionale. Il Walk Around garantisce una migliore circolazione, una migliore vivibilità e, nel complesso, mi è piaciuta di più. Il cantiere ha in programma una consistente estensione della gamma, sempre sulla base della filosofia del 43: arriveranno prima una piccolina da circa 37 piedi e più avanti, un 52’ e un 60’.
Il peso della versione Walk Around è solo di 200 kg in più e con due Volvo Penta IPS 600 la velocità massima si attesta sui 34 nodi, ma la sua andatura ideale è sui 27 nodi, a 3.000 giri. Grande il comfort in navigazione, prima di tutto grazie alla morbidezza della carena. Non fatevi poi ingannare dalle linee futuristiche e un po’ aggressive dell’Evo 43 WA, da pilotare è un vero agnellino, la potenza c’è, ma rimane sempre ben sotto controllo.